alessandra si scatena dopo il lavoro

alessandra si scatena dopo il lavoro

8 Aprile 2025 Off di tarocchirichiesta

Un segreto sotto i vestiti

Alessandra passava le sue giornate davanti a un microfono, in una stanza buia e silenziosa.
Lavorava al telefono erotico da quasi due anni e ormai conosceva tutte le perversioni degli uomini, le loro fantasie più spinte, le richieste più sporche.
La sua voce era una carezza e una frustata.
Poteva farti venire solo con due parole, oppure distruggerti con un insulto sussurrato.

Ma quando finiva il turno, non era solo la voce ad accendersi.
Era il corpo.
Il suo corpo.
Specie il culo.
Quel culo sodo e rotondo che faceva girare le teste anche solo quando lo muoveva camminando per strada.

Alessandra aveva un rituale tutto suo, che nessuno conosceva.
Appena staccava la linea, andava in bagno, si spogliava e apriva il suo cassetto segreto.
Dentro, solo lingerie provocante: perizomi in pizzo, reggicalze, bodysuit trasparenti e tanga che lasciavano fuori mezzo culo.
Quello era il suo momento preferito.
Indossare quelle cose era come indossare il potere.
Sentiva il tessuto aderire alla pelle e valorizzare le curve del suo sederino, perfettamente tondo, da leccare e mordere.

Si guardava allo specchio, si girava di lato, si piegava leggermente.
E sorrideva.
Perché sapeva esattamente cosa voleva quella sera: essere vista.
Essere desiderata.
Essere spogliata con gli occhi da una pista da ballo intera.

Pronta per la notte

La notte era il suo regno.
Alessandra amava le discoteche, non tanto per la musica quanto per lo sguardo maschile.
Ma non usciva mai per caso.
Ogni dettaglio era calcolato: il vestitino corto, il trucco intenso, i tacchi vertiginosi…
e sotto, sempre qualcosa di scandalosamente sexy.

Quella sera indossò un miniabito nero, aderente come una seconda pelle.
Corto al punto giusto da far intravedere il bordo del perizoma ogni volta che si piegava leggermente.
Il tessuto sfiorava appena le natiche, lasciando immaginare quel culo perfetto, scolpito e reso ancora più peccaminoso dal pizzo rosso acceso.

Appena entrata nel locale, gli occhi si posarono subito su di lei.
Le luci stroboscopiche le accarezzavano la pelle come dita indiscrete.
Camminava tra la folla come una pantera in calore, consapevole di essere osservata, immaginata, spogliata.

Si appoggiò al bancone, piegando leggermente la schiena.
Il vestito si sollevò appena, svelando quel micro perizoma che sembrava fatto per attirare i peccati.
Un ragazzo le offrì da bere.
Lei accettò.
Gli fece un sorriso.
E poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, gli sussurrò all’orecchio:
“Sai cosa faccio di lavoro? Faccio godere gli uomini… con la voce. Lavoro al telefono erotico. Ma stasera voglio qualcosa di più reale.”

Il gioco dello sguardo

Alessandra iniziò a ballare.
Non per il ritmo, ma per far ondeggiare quel culo perfetto sotto gli occhi di chiunque avesse la fortuna di trovarsi dietro di lei.
Le mani sui fianchi, i fianchi che si muovevano lenti, le gambe leggermente aperte.
Ogni passo era una provocazione.
Ogni giro un invito a perdersi nei suoi movimenti.

Un gruppo di ragazzi la fissava da minuti.
Lei li ignorava… ma solo in apparenza.
Sapeva bene l’effetto che stava creando.
La luce che colpiva la sua schiena faceva risaltare ogni curva, e il pizzo del perizoma cominciava a intravedersi sotto il vestito che si alzava, poco alla volta, ad ogni mossa più decisa.

Uno di loro si avvicinò.
Le mise una mano leggera sulla vita.
Lei non si voltò, ma lo lasciò fare.
Fece ancora due passi e poi si piegò in avanti, mostrandogli una visuale perfetta di quel culo da sogno.

“Ti piace?” sussurrò senza girarsi.
“Molto…” balbettò lui.
“E pensa che non l’hai ancora visto tutto. Al telefono erotico mi dicono che è la parte che vogliono scopare per prima.”
E si voltò, con un ghigno malizioso sulle labbra e gli occhi pieni di sfida.

La notte si fa stretta

Le luci della pista diventavano sempre più folli.
Il sudore, l’alcol, la musica pulsante… e Alessandra in mezzo, selvaggia e senza regole.
Si fece spazio nella folla, il ragazzo la seguiva come un cane in calore.
Lei lo prese per mano e lo trascinò nel bagno delle donne, vuoto in quel momento.
Chiuse la porta a chiave.

Si mise contro lo specchio, sollevò lentamente il vestito e lo fece salire fino in vita.
Il culo era lì, teso e pronto.
Il perizoma spostato da un lato, giusto il necessario per mostrare la fessura bagnata.

“Ti piace guardare?”
Lui annuì, tremando.
“Bene. Perché non puoi toccare. Solo vedere. Solo immaginare.”

Si piegò in avanti, afferrò il bordo del lavandino e iniziò a muovere le anche.
Lo sguardo negli occhi di lui, poi nello specchio.
Era uno spettacolo live. Porno. Reale.

“Al telefono erotico me lo chiedono sempre… ‘Posso vederti?’ E io dico no. Ma tu…”
Fece una pausa.
“…tu sei fortunato. Perché il mio culo ce l’hai davanti. E mi sto bagnando solo a saperti duro.”

Il ragazzo stava per esplodere nei pantaloni.
Alessandra si girò, gli diede un bacio profondo, gli morse il labbro.
Poi abbassò la mano, gli slacciò i jeans.
E se lo mise in bocca.

La regina della pista

Quando tornò fuori, il viso rilassato e la figa ancora umida, Alessandra era più viva che mai.
Ballava con un altro ragazzo ora.
E ogni tanto, si piegava ancora.
Faceva alzare il vestito, lasciava intravedere quella meraviglia tonda e provocante.
Le luci della discoteca sembravano disegnate apposta per esaltare quel corpo, quella voce, quella malizia.

Era diventata la star non dichiarata del locale.
Tutti la volevano.
Tutti volevano sapere chi fosse quella donna che faceva tremare le mutande solo con uno sguardo.

E se qualcuno le si avvicinava troppo, lei sussurrava con quella voce da dea:
“Se vuoi farmi godere, devi farmi urlare. Non come quando lavoro al telefono erotico. Stavolta voglio che si senta anche fuori dalla discoteca.”